lunedì 9 novembre 2015

Magna Carta, da Norcia mano tesa ai nuovi arrivi nel rispetto della nostra identità

Conclusi i lavori di “Magna Carta” sul tema dell’immigrazione 

 
Il Presidente Quagliariello: “Il fenomeno deve essere governato in modo da cogliere le opportunità di arricchimento e, al contempo, difendere e presidiare i principi fondanti della nostra identità”




NORCIA – “Vecchio Continente e nuovi arrivi”. Intorno al grande ed attuale tema dell’immigrazione si è tenuto l’undicesimo degli “Incontri di Norcia”, organizzato lo scorso fine settimana dalla Fondazione Magna Carta. Politici, religiosi, studiosi, commentatori, rappresentanti dell’associazionismo e della società civile sono stati accolti dal sindaco Nicola Alemanno e dagli assessori Giuseppina Perla, Pietro Luigi Altavilla e Giuliano Boccanera presso la sede del palazzo municipale. “Siamo orgogliosi di accogliervi anche quest’anno nella nostra città, che sta diventando sempre più fucina di idee”, ha detto nel suo saluto di benvenuto il sindaco Alemanno. “Sul tema dell’immigrazione – ha evidenziato – è necessario assumere una posizione netta. Il nostro sistema di accoglienza – ha rimarcato, citando i capitoli 53 e 60 della Regola di San Benedetto sull’accoglienza dei pellegrini – dovrà essere pieno di umanità ma basato sul rispetto delle regole dettate dalla nostra storia e dalla nostra cultura”. E proprio sulla necessità di trovare il giusto equilibrio nei processi dinamici e multi-dimensionali dell’integrazione (riguardanti la scuola, il mondo del lavoro, le famiglie, la religione e lo spazio pubblico) si sono pronunciati la quasi totalità degli intervenuti, a cominciare dal presidente della stessa Fondazione Gaetano Quagliariello. “È difficile e scomodo affrontare di questi tempi il tema immigrazione con un approccio equilibrato e allo stesso tempo scevro dall’ideologia e dall’ipocrisia - ha detto in apertura dei lavori – Assistiamo ad un dibattito che oscilla dalla posizione benpensante e politicamente corretta dell’“accogliamoli tutti” (ma lontani dalle nostre tiepide case!) alla posizione estrema che vorrebbe rimettere in discussione il diritto di asilo, che è un segno di civiltà che affonda le sue radici nell’antichità e riveste un’importanza simbolica per tutti coloro che hanno a cuore la libertà. Le migrazioni sono un tema la quale non possiamo sfuggire, perché le persone che arrivano – o come è meglio dire, che sono già arrivate nel corso degli ultimi 20 anni – stanno profondamente cambiando le nostre comunità, i nostri territori, le nostre scuole, le nostre città, le nostre famiglie”. “Siamo arrivati – ha aggiunto il presidente della Fondazione Magna Carta – alla situazione paradossale in cui abbiamo un’Europa che cerca sempre più di voler cancellare, o perlomeno mettere in ombra, le radici cristiane, e c’è chi, proprio a causa di quelle radici, vorrebbe distruggerci. E questa amnesia dell’Europa sta producendo un altro paradosso, più difficile da cogliere ma non meno pernicioso. I principi politico-culturali del cristianesimo, piuttosto che come collante, rischiano di agire come acceleratori dei conflitti interni. Penso a come agiscono la sensibilità cattolica e quella protestante, sulla quale si sta aprendo un baratro tra l’Europa baltica e quella Mediterranea. Ma l’Europa unita o è la sintesi del viaggio di iniziazione di Tonio Kroeger che Thomas Mann ha reso immortale, o non ha nessuna possibilità di essere”.
L'immigrazione – è stato il pensiero di Corrado Passera affidato ad un messaggio letto a tutti i presenti dal presidente Quagliariello - è questione epocale, che interroga le nostre coscienze e incide profondamente sulle nostre società e le nostre economie fino a modificare i nuovi assetti del mondo e i suoi equilibri geo-politici. Bisogna far salvi gli inalienabili diritti delle persone, la salvaguardia della loro dignità, il valore dell’accoglienza e della fratellanza, dell’aiuto ai più bisognosi che rappresentano tratti caratterizzanti e irrinunciabili della nostra civiltà. Allo stesso tempo è responsabilità della politica comprendere fino in fondo le compatibilità demografiche, sociali ed economiche. Proprio per questo sono sbagliate sia le risposte che spingono verso un’accoglienza senza limiti che quelle imperniate su una lotta insensata e barbara all’immigrato ‘altro e nemico’. Dobbiamo ragionare – ha proseguito nella nota - con calore di cuore e freddezza di mente su come gestire un fenomeno strutturale, ora e per le future generazioni: un fenomeno non episodico, dunque, e di grande impatto mediatico. Combattendo gli scafisti e i trafficanti di esseri umani, facendo valere il principio che le vite si debbono salvare: tutte, anche quando affollano un barcone della speranza che troppo spesso diventa sinonimo di morte. E al contempo dobbiamo inventare - insieme, pubblico e società civile - forme di integrazione e convivenza efficaci e sostenibili come già il nostro Paese ha saputo fare nel corso della sua lunga storia”.
La discussione della due giorni, che ha visto la partecipazione di politici come Andrea Augello, Carlo Giovanardi, Vincenzo Piso, Eugenia Roccella e Guglielmo Vaccaro, ha quindi analizzato le conseguenze del fenomeno dell’immigrazione per i paesi d’accoglienza rispetto a un fenomeno “che da emergenza si sta trasformando in permanente”. Ad intervenire a questo proposito sono stati anche politici esponenti delle amministrazioni locali tra cui: Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno, Giuseppe Lovascio, sindaco di Conversano, Claudio Ricci, consigliere della Regione Umbria, e Flavio Tosi, sindaco di Verona. Hanno inoltre partecipato: Mauro Marè, Professore di Scienza delle Finanze all’Università della Tuscia; Natale Forlani, Esperto del Mercato del Lavoro ed Immigrazione; Antonio Golini, Professore ordinario di Demografia presso l’Università “La Sapienza” di Roma, già Presidente Istat; Mons. Lorenzo Leuzzi, Vescovo titolare Cittanova; Sandro Magister, vaticanista, e Beniamino Quintieri, preside della Facoltà di Economia della università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.
Il fenomeno dell’immigrazione – ha concluso Quagliariello – deve essere governato. Una visione chiara e lungimirante, che sappia cogliere le opportunità di arricchimento, si fonda su certezze assolute e non sul lassismo giustificato da deboli relativismi. Bisogna presidiare i nostri principi fondanti”.

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